Gli NFT della nostra foresta di idee

Client

Zampe Project

Role

NFT Artist

Category

NFT

Valorizzare l’unicità degli asset digitali è l’asso nella manica dei brand che vogliono giocare d’anticipo per trasformare il futuro in presente.


Nove immagini di piccola taglia in pixel art battuti all’asta da Christie’s per 16,9 milioni di dollari. Quella che potrebbe sembrare una vendita all’incanto tra pazzi o spregiudicati ricchi annoiati si è rivelata invece la sliding door dei Non-fungible token. La collezione in questione era l’ultimo ambito lotto dei CryptoPunks, immagini simbolo del puntinismo realizzate con i software a rimpiazzare tela e pennelli, creati nel 2017 dai due sviluppatori canadesi Matt Hall e John Watkinson, ispirati dal movimento cyberpunk e dalla passione per i Daft Punk. Al tempo, il duo dello studio Larva Labs rilasciò gratuitamente le prime immagini ottenute dilettandosi con i pixel, scambiate dagli appassionati del fenomeno per qualche decina di dollari. Quattro anni dopo l’asta dello scorso maggio, CryptoPunks era diventata una serie di oltre 10.000 avatar stilizzati, con una quotazione di mercato complessiva vicina ai 300 milioni di dollari. Storia di un fenomeno da cavalcare o una bolla pronta ad esplodere?


Nessun giudizio estremo può sintetizzare l’ascesa degli NFT, poiché c’è una concatenazione di fattori tecnici legati alle peculiarità dell’uomo, in termini di desiderio e irrazionalità, a spiegare il crescente interesse verso l’arte digitale. Ma prima di tutto cos’è e come quest’ultima è riuscita a prendersi la scena, insieme ai Non-fungible token e alle criptovalute con cui si alimenta il mercato. I gettoni non copiabili, nel significato letterale del termine, rappresentano un’unità di dati univoca con cui si certifica la proprietà di un asset digitale. Nello specifico, può essere un disegno, un file audio, un film, un brano musicale, card e meme, ma anche un tweet (il primo l’ha venduto Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, per 2,9 milioni di dollari), videogiochi, fumetti e opere d’arte in formato digitale, inclusa la riproduzione di dipinti e sculture reali, e qualsiasi altro oggetto da collezione.


Il valore di un NFT nasce dall’autenticità garantita via blockchain, di solito tramite Ethereum, e trova sostanza nel certificare la proprietà di un oggetto digitale. Rispetto alla versione fisica, l’asset digitale è per sua natura replicabile in maniera illimitata e quindi può esser posseduto da chiunque. Gli NFT mettono così ordine nel mare magnum di internet, delineando l’originalità e l’unicità dell’oggetto in questione, insieme al suo proprietario.

L’intuizione di legare l’arte digitale con le criptovalute per ampliare le potenzialità e il valore economico degli artisti armati di idee e computer è nata nel maggio del 2014 al New Museum di New York, quando l’artista Kevin McCoy ha concluso quasi casualmente la prima vendita di una Gif. Senza aver piena coscienza di cosa avrebbe potuto generare quell’inedito intreccio. Soprattutto senza poter immaginare che qualcuno potesse arrivare a sborsare 69,3 milioni di dollari per acquistare un collage di 5.000 immagini digitali. La sovrapposizione di riproduzioni digitali realizzate ogni giorno per 13 anni e mezzo (incluso il giorno del matrimonio e quelli della nascita dei suoi figli) ha premiato la genialità di Beeple, nome d’arte del 40enne Michael Winkelmann, il primo artista digitale milionario grazie all’acquisto di Metakoven, pseudonimo del fondatore di Metapurse, il più grande fondo NFT al mondo. Che poi il record di vendita sia stato detronizzato dai 91,8 milioni di dollari associati a The Merge conta più per l’esplosione del mercato che per le cifre, poiché l’opera del misterioso Pak è stata acquisita da 28.983 collezionisti tramite una distribuzione di quote e un meccanismo per l’assegnazione del valore estraneo alle logiche di vendita del mercato fisico.


Premessa d’obbligo è che chiunque può creare un NFT, frutto della trasformazione di un file digitale in un asset digitale. Per coniarne uno si passa sui marketplace dedicati, dove i token si vendono e scambiano, mentre restano custoditi nel proprio portafoglio digitale, insieme alle criptovalute. Oltre all’oggetto da collezione, un passaggio centrale per raccogliere interesse sugli NFT che si intendono lanciare è la scelta della piattaforma. Ce ne sono tante, ognuna con i suoi costi di produzione e commissioni di transazione, e si dividono tra quelle aperte a tutti e le esclusive che si caratterizzano per temi o altri tratti distintivi, come i metodi di pagamento. La più gettonata è OpenSea, che consente di aprire e gestire un account gratuitamente e applica una commissione del 2,5% su ogni transazione. Basata sulla blockchain di Ethereum, offre quasi 250 metodi di pagamento e la possibilità di vendere un token a prezzo fisso, oppure all’asta. La crescita della piattaforma lanciata nel 2017 da Devin Finzer e Alex Atallah simboleggia l’impennata del mercato NFT, tanto da chiudere un round di finanziamento da 300 milioni di dollari e far schizzare la valutazione di OpenSea da 2,75 miliardi a 13,3 miliardi nei soli quattro mesi a cavallo tra le fine del 2021 e l’inizio del 2022.

Alla base del successo societario ci sono la semplicità d’uso e la versatilità, che permettono a neofiti ed esperti di proporre le proprie creazioni, in maniera rapida e con spese ridotte, a una vasta platea di potenziali acquirenti. Rovesciando il punto di vista, del resto, per i quasi 2 milioni di utenti attivi, Open Sea è un ipermercato online per la compravendita di opere d’arte digitali, ma anche una fonte di ispirazione per creare altri asset virtuali, oltre che un riferimento per avvicinarsi e comprendere come funziona il mondo degli NFT. Altri marketplace emersi come valide alternative sono Nifty Gateway, che ospita i token di artisti famosi (tipo Pak e Beeple) e collezioni in edizione limitata che non si possono trovare altrove, e Rarible, che oltre a essere uno dei primi mercati si distingue per il sistema di gestione decentralizzato e l’opportunità di creare un token fra diversi autori.


Una crescita da 94,9 milioni di dollari del 2020 a 24,9 miliardi di dollari del 2021, con un incremento pari al 26138%. Non ci sono refusi e guardare i numeri del mercato NFT svelati da DappRadar (piattaforma che monitora i flussi di denaro legati ai token), aiuta a capire l’evoluzione del fenomeno, trasformato da scommessa ristretta a pochi artisti a caccia di gloria e imprenditori col fiuto per l’innovazione tecnologica e l’occhio sensibile verso nuove fonti di ricavo, in fenomeno globale che attrae aziende di molteplici settori industriali. Dallo sport alla moda, passando per l’intrattenimento, il gaming, la ristorazione, l’automotive e l’immobiliare, l’interesse per i token è in costante aumento, perché enorme è il loro potenziale per la promozione dei brand. Al netto delle riserve che attanagliano gli scettici e trovano un punto d’incontro con le mosse estreme in termini di investimenti (tuttavia mirati o perlomeno comprensibili, guardando chi li realizza) degli ottimisti a scatola chiusa, gli asset digitali si sono imposti in breve tempo come alternativa di successo alle tradizionali risorse delle aziende.


Oltre i fruttuosi esperimenti dei brand più noti, come Dolce & Gabbana, Coca Cola e Adidas (ma l'elenco è lungo), due esempi più recenti che rivelano la forza degli NFT arrivano da Mercedes-Benz e Atari. Per celebrare i 40 anni della Classe G, la società tedesca ha chiesto al collettivo Art2People di realizzare immagini ispirate ai modelli della serie, vendute poi su Nifty Gateway; ogni acquirente ha ricevuto un biglietto virtuale per una lotteria che mette in palio una Mercedes classe G (reale, non virtuale). Il 50° anniversario della nascita è stata, invece, per Atari l’occasione di lanciare gli Atari Collectible Boxes, collezione legata a giochi iconici del passato, come Combat e Asteroids, e alle storiche console del gruppo statunitense. Che sia per lanciare nuovi prodotti, avvicinarsi ai clienti legando esperienze reali e virtuali, ma anche recuperare il prestigio perduto e abbracciare target fuori dall’ordinario, i Non-fungible token stanno emergendo come uno strumento efficace e redditizio. Quanto basta per meritarsi un tentativo che, per i più abili, potrà tradursi in visibilità, competenze e guadagni.

Alessio Caprodossi per Zampediverse Giornalista freelance, esperto di tecnologia, consulente comunicazione per aziendale e progetti editoriali, collabora con Panorama, Mashable, Wired, StartupItalia e la community tech europea 4i-Mag.

Potete trovare il nostro primo NFT (DinoZ) su OpenSea.